Lo chalet Euthalia

Il ristorante Euthalia riapre le sue porte nella nuova location di San Giacomo di Roburent

Inizia una nuova avventura per lo chef Gian Michele Galliano, in quel di San Giacomo di Roburent (CN): qui, nel paese in cui lo chef è cresciuto e vissuto, e con cui ha un sentito legame di appartenenza, è stato aperto lo Chalet con il Ristorante Euthalia.

Uno chalet a misura d’uomo, con cinque camere e due appartamenti, immerso in un parco di circa 9.000 metri quadrati, e con all’interno il ristorante gastronomico in cui si percepisce vivida la personalità dello chef Galliano e della sua cucina, che parla di ricordi, di tradizione e di un amore autentico per i luoghi dell’infanzia, che gli hanno dato quell’imprinting che caratterizza ogni sua ricetta.

Quella appena iniziata, per lo chef Gian Michele Galliano, è una nuova avventura che si inserisce all’interno di un percorso di vita che, a riguardarlo a posteriori, sembra aver portato con i suoi passi esattamente qui, allo Chalet Euthalia: dalle prime esperienze lavorative come costruttore di case di montagna, proprio a San Giacomo, alla decisione di cambiare vita per seguire la propria vocazione, alla prima apertura del ristorante Valentine, dove ora sorge Euthalia. Ogni passo fatto dallo chef Gian Michele è stato un pezzo di un percorso articolato che ha portato alla forma e alla sostanza che ha oggi Euthalia.


La Filosofia dello chef Gian Michele Galliano

Un passo dopo l’altro, come se fosse una passeggiata in montagna, così si può descrivere ogni piatto dello chef: una camminata alla scoperta dei boschi, dei frutti e delle erbe spontanee, lungo gli alpeggi dei margari, lungo le coltivazioni biologiche dei piccoli agricoltori, nella pesca lungo le correnti di acqua dolce o negli allevamenti di piccole fattorie.
Per questo, il ristorante Euthalia non segue la schematicità di una carta o di un menu fisso, ma propone due percorsi degustazione: Quattro passi e La gita. In entrambi la scelta è di assecondare i ritmi delle stagioni a 360°. È la natura a donare la materia prima, ed è in base a ciò, che lo chef varia di volta in volta, anche giornalmente, le sue ricette: l’uso di tanti vegetali, ortaggi, erbe spontanee e aromatiche autoprodotte, fa sì che nel piatto si vengano a creare abbinamenti sempre nuovi, come nel caso dell’amuse-bouche Barbabietola, paté di fegato di cinghiale, latte, anice verde, caffè, in cui la barbabietola va a dare dolcezza all’intensità del fegato di cinghiale.

L’uso di prodotti autoctoni non è una limitazione, quanto piuttosto una precisa volontà nell’essere sostenibili in modo autentico e completo. La sostenibilità al ristorante Euthalia è in primo luogo ambientale, perché si rispettano le stagioni, la produzione locale, i ritmi della natura, senza mai sprecare nulla di ciò che proviene dalla terra. Tutto della materia prima trova una sua collocazione, come forma di rispetto per l’ambiente e per il ristorante stesso, riuscendo ad abbattere gli sprechi in termini economici.

Gian Michele Galliano gioca con i prodotti, discostandosi dall’idea comune che la cucina di montagna sia corposa e impegnativa, creando ricette in versione moderna, spesso cosmopolite, leggere, vivide nei profumi e nei colori, dai sapori e dai gusti sorprendenti che prendono il cliente per mano e lo proiettano nella natura più autentica. L’obiettivo, e il risultato, è una cucina fatta di territorio, che vive dei ricordi di infanzia: la volontà è quella di dare vita a una sorta di madeleine di Proust, con piatti che generino sensazioni di casa, intime e calorose, emozioni e memorie. Al ristorante Euthalia si mangiano piatti che si sarebbero mangiati in una famiglia tradizionale della zona, utilizzando solo prodotti del territorio: gli ortaggi di piccoli produttori biologici, le erbe spontanee dell’orto e dei boschi, i formaggi dei margari, la carne di piccoli appezzamenti, il pesce d’acqua dolce.Chef e Su-Chef nell'orto di chalet Euthalia


Lo Chef

Gian Michele Galliano nasce a San Giacomo di Roburent nel 1976, nel cuore delle Alpi Occidentali, in provincia di Cuneo, da una famiglia di imprenditori edili. Dopo un primo periodo in cui segue le orme di famiglia nel ramo immobiliare, a fianco del padre, lo chef Galliano capisce che per inseguire la sua vera vocazione deve cambiare vita, e ricomincia da zero entrando nel mondo dell’alta cucina.

Inizia come tuttofare nel ristorante Rododendro di San Giacomo di Boves, allora 1 Stella Michelin. Impara le basi della cucina grazie alla chef Mary Barale, di impostazione classica, per poi approdare dalla chef **Stelle Michelin, Giuseppina Beglia, a Ventimiglia e, ancora, dalla famiglia Alciati, punto di riferimento indiscusso della ristorazione langarola. Si specializza in pasticceria dopo diversi corsi alla scuola CAST di Brescia.

Proprio dove oggi ha sede il ristorante Euthalia, lo chef Gian Michele apre nel 2007 il suo primo ristorante, Valentine, per poi nel 2017, dar vita a quella che è di fatto la prima versione di Euthalia, a Vicoforte. È qui che lo chef capisce che l’impostazione del menu fisso non fa per lui: “Perché limitarmi ad alcuni piatti, quando posso scegliere di lavorare ciò che di più buono trovo nel momento della spesa?

Nel 2022 torna nello chalet di San Giacomo di Roburent, là dove tutto era iniziato. E torna con una nuova consapevolezza acquisita con gli anni, crea il suo orto di erbe aromatiche e spontanee del territorio, e dà il via ad una cucina fatta di territorio, di sapori di montagna, al tempo stesso leggera ed elegante, che fa dei ricordi di infanzia il punto di partenza e obiettivo. Una cucina che fa della contaminazione uno dei suoi punti cardine, prendendo spunto da ciò che il mondo offre in termini di ricette, di preparazioni e di procedimenti, riproponendo il tutto secondo una chiave di lettura alpina. “Amo dare vita a piatti che possono arrivare da tutto il mondo ma che trasmettono i sapori e i profumi del territorio”, aggiunge.

E nel piatto si ritrova in maniera chiara il carattere dello chef: mite, sereno, equilibrato, solare. Il carattere di un uomo di montagna che ha lottato per trovare il suo posto e per dare vita ad una cucina fatta di rispetto della materia prima, sostenibilità ambientale, economica e sociale e soprattutto, fatta di un amore per il territorio, sincero, limpido e contagioso.

 

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